Il 2020 registra una pandemia stradale mai vista prima. Le restrizioni anti-Covid sulla circolazione riducono del 29,5% i sinistri.
La chiusura totale nei mesi di marzo e aprile ha portato una diminuzione dei contagiati da Covid-19. A subire le conseguenze del lockdown non è solo il virus. Infatti, secondo quanto riportato dai dati Aci-Istat, il periodo gennaio-settembre ha visto un aumento della sicurezza stradale: “solo” 90.821 incidenti, 1.788 morti e 123.061 feriti. Calo record mai registrato nella storia della mobilità. Numeri alti, ma in diminuzione. Ben diversa la situazione nello stesso periodo del 2019: 172.182 (-29,5%) sinistri, 3.173 (-26,3%) vittime e 241.384 (-32%) feriti. In particolare le autostrade hanno contato circa il 50% in meno di martiri della strada , mentre la circolazione urbana e extraurbana il 40-44% in meno. Motivo? Il lockdown. Infatti, a causa delle restrizioni gli spostamenti sono calati del 23%.
Obiettivo europeo raggiunto?
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Purtroppo no. Sembrerebbe infatti che, nonostante i divieti anti-Covid sulla viabilità e la riduzione della mortalità stradale, l’Italia non sarà in grado di abbassare del 50% le vittime dei sinistri entro il 2020. Negli ultimi dieci anni il numero dei morti è diminuito solo del 43,1% e del 66,4% rispetto al 2001.
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Si può parlare di trend in continuo calo?
Sfortunatamente anche qui la risposta è negativa. Il traffico è calato meno delle vittime. Se il 2020 ha visto molti meno incidenti il motivo non sono i comportamenti dei cittadini e una guida responsabile. Infatti, secondo quanto ipotizzato dagli analisti appena la circolazione riprenderà a pieni ritmi, aumenteranno il numero dei sinistri. Effetto lockdown? Probabilmente si. La strada non è ancora un luogo sicuro. Su questo punto c’è ancora molto da lavorare.
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